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Tono di voce caldo = empatia

Punta dritto al cuore del tuo cliente!

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Tempo di lettura 5 minuti.

L’empatia ha diverse definizioni tutte più o meno simili che ricadono in un unico concetto “mettersi nei panni” di qualcun altro. L’empatia è proprio questo, essere in grado di vestire un altro ruolo, un altro contesto e comprendere le emozioni da cui è dominato, le sensazioni, le esigenze.

Gabriele Garofalo

Teresa Wiseman, ricercatrice infiermeristica, ha studiato le professioni in cui l’empatia risulta essere rilevante, individuando quattro componenti dell’empatia:

  1. Prospettiva: l’abilità di mettersi nei panni dell’altra persona o riconoscere che quel punto di vista rappresenta la loro verità
  2. Astenersi dal giudicare: non facile, dal momento che piace alla maggior parte di noi
  3. Riconoscere le emozioni nelle altre persone
  4. Comunicarglielo

Perché è importante mostrare empatia verso l’utente? Perché le emozioni tendono a modificare i comportamenti delle persone, prima di quanto non ci riescano informazioni accurate e dati.

Un tono di voce caldo richiede quindi la giusta dose di empatia verso il lettore

Come dimostrargliela? La prima cosa da fare è porsi delle domande cercando di stilare una lista accurata di quelle che possono essere le esigenze dei nostri lettori/potenziali clienti. Dopo aver creato il vostro elenco, sarà necessario realizzare dei contenuti che rispondano alle varie esigenze. Un po’ come se fosse una lista di pro e contro dove però inseriremo i bisogni da un lato e le nostre soluzioni dall’altro.

Empatico o egocentrico?

Come possiamo però comunicare il nostro core business? Trasformando i contenuti “egocentrici” in contenuti “empatici”. Un video corporate in cui si vede la vostra azienda brillare è, di fatto, un contenuto egocentrico. Come se passaste dieci minuti a tessere le vostre lodi. Una guida o un ebook formativo sul tema che risulta poi essere anche il vostro obiettivo di business, è un contenuto empatico. Il mio utente infatti, potrà leggere la nostra guida e quindi imparare qualcosa (soluzione ad un bisogno di conoscenza) e al contempo comprendere che siamo esperti in quel settore, senza aver dovuto utilizzare toni altisonanti o termini pomposi. Per darvi un’idea più concreta di come redigere al meglio i testi, pensate di trovarvi a cena con il vostro più caro amico che ha deciso di portare con sé suo fratello che, anche se vi ispira molta simpatia, non conoscete poi molto bene.

Dillo a suo fratello!

Come parlereste con lui? Trovandovi di fronte una persona che vi conosce entrambi non potrete né mentire né strafare dandovi meriti che non avete. Userete un tono di voce amichevole per far sentire a quella persona che siete in sintonia, ma la scarsa conoscenza vi impedirà di valicare il limite della sfera personale facendovi entrare troppo in confidenza. Ecco, quello è esattamente il tono di voce ideale per creare empatia!

Gabriele Garofalo

Brand & Visual Designer

Progettazione dell'identità visiva, studio e gestione del sistema integrato di comunicazione di un brand.

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